Cosa rende Djokovic così forte?

Si dibatte spesso di chi sia il più grande tennista della storia. Questo dibattito è alimentato dallo straordinario e prolungato successo dei Big 3 del tennis: Federer, Nadal, Djokovic.

Ormai, il tennista più forte di tutti i tempi può essere considerato Djokovic, e a pensarlo sono innanzitutto gli addetti ai lavori, dal momento che i tifosi hanno le loro preferenze.

Quando Djokovic ha vinto il Roland Garros del 2020, Pat Cash disse che era indubbiamente il più grande. Per l’ex campione australiano di Wimbledon, battere Nadal sulla terra rossa di Parigi è la prova più difficile del tennis moderno. Ma da un punto di vista tecnico e tennistico, cosa rende Djokovic così forte? Perché vince tanti tornei degli slam?

Come tutti i grandi campioni del tennis Djokovic unisce eccellenti qualità tecniche e tattiche a notevoli qualità fisiche.

Ad esempio, Federer è conosciuto per essere un attaccante molto elegante, ma è stato anche un giocatore rapido, potente nei colpi, che metteva il suo fisico eccellente a disposizione della sua notoria varietà di colpi.

Nel caso di Djokovic, le armi più potenti con le quali demolisce gli avversari, anche quelli molto vicini al suo livello sono:

  1. Un rovescio a due mani micidiale, che riesce a colpire da ogni lato del campo, sia in difesa, sia in attacco, sia scivolando, sia colpendo in anticipo.
  2. Il rovescio lungolinea è la sua arma vincente per antonomasia, un colpo difficile, che però usa da vero maestro capovolgendo l’esito dello scambio.
  3. Un servizio preciso, vario, migliorato moltissimo nel corso degli anni, dopo le indecisioni del periodo 2009-2010 che gli sono costate qualche slam.
  4. Ha un dritto forte e preciso, che usa per disegnare il campo. Viene usato per tirare sulle righe e aprire il campo in maniera inesorabile.
  5. Una risposta efficace, forse la migliore di sempre al pari di quella di Agassi. Gran parte della sua risposta dipende dalla capacità di leggere in anticipo il servizio dell’avversario e ributtargli in un secondo la palla nei piedi, trasformando un colpo difensivo in uno offensivo. Djokovic con questo colpo da maestro si assicura molti break, spesso nelle situazioni più delicate, quando serve. A conferma del fatto che tanto dipende dalla sua capacità di lettura e concentrazione.
  6. I colpi di Djokovic non sono necessariamente i più potenti, ma sono sempre profondi e precisi. Djokovic si mette sulla linea di fondo campo e tira molto profondo e preciso, dettando il ritmo. Fa fare il tergicristalli agli avversari, spesso trasformando uno scambio difensivo in uno offensivo. A differenza dei giocatori classici da fondo campo, Djokovic mette una pressione costante entrando sul campo. Non sta lontano dalla linea, ma appena può gioca proprio su di essa per spingere e tirare profondo.
  7. La capacità di leggere il gioco avversario. Djokovic dà sempre l’impressione di conoscere le tattiche altrui e per batterlo serve un talento non comune, come quello dei tennisti che l’hanno battuto più volte (Nadal e Federer su tutti).
  8. Maggiore è la posta in gioco, migliore è la sua capacità di realizzare un punto senza sbagliare. Qui c’è una enorme differenza con Federer, che ha perso letteralmente degli slam contro Djokovic per la capacità del serbo di fare i tiri che servono nel momento più delicato.
  9. Di conseguenza Djokovic produce un innumerevole serie di errori negli avversari, che non sono in grado di reggere uno scambio con lo stesso acume, ritmo e precisione. Solo tennisti potenti e in grado di colpire con un certo ritmo, come Wawrinka, Medvedev e Thiem sono stati in grado di dargli fastidio, altrimenti vince quasi sempre lui.
  10. Nella famosa finale del 2019 a Wimbledon, nei tie-break Federer commise 11 errori non forzati. Djokovic zero.
  11. La capacità di sapere leggere i singoli momenti della partita e gli scambi. Djokovic è un attaccante da fondo campo, che però viene a rete, quando serve per chiudere gli scambi. Il suo vero punto debole è lo smash che non dipende dal fatto che non sa giocare al volo, quanto dal fatto che si trova a metà campo e appare scoordinato. Una cosa insolita per lui.
  12. La volee di Djokovic è molto sottovalutata e viene spesso usata per chiudere lo scambio.
  13. A parte lo smash, che comunque non usa più di uno-due volte a partita, non ha punti deboli. Mentre altri tennisti hanno due o tre punti di forza clamorosi, Djokovic si può considerare un top 3 di sempre in quasi ogni colpo. È praticamente un giocatore che gioca tutti i colpi al top e sa quando giocarli, per cui non va a cercare la volee se non serve, idem per la smorzata. In questo frangente, grazie all’esperienza, è migliorato tantissimo. Non puoi attaccarlo sul rovescio, il dritto è sempre preciso e vicino alle righe, non puoi nemmeno batterlo con il solo servizio e volee perché la sua risposta rende quasi impraticabile una discesa a rete.
  14. Djokovic non dipende da colpi rischiosi. Il dritto di Federer è leggendario, ma spesso contro avversari in grado di coprire bene il campo come Nadal (mancino, con un dritto in grado di neutralizzare il dritto in diagonale di Federer) e Djokovic (destro, ma con un rovescio bimane che la stessa capacità di resistenza) si è rivelato meno vincente, andando incontro a errori decisivi. Federer gioca un tennis più offensivo e rischioso, Djokovic prende molti rischi nel giocare profondo, ma grazie alla sua coordinazione su tutti i lati del campo è incline a fare molti meno errori. E il tennis, alla fine, è uno sport dove devi buttare la palla oltre la rete, all’interno del rettangolo opposto.
  15. Ha un tennis reattivo e adattativo: dopo un po’ di game, magari un set, legge il gioco degli avversari e si adatta. Fu distrutto da Medvedev allo US Open del 2021, quando poteva vincere il Grande Slam, ma poche settimane dopo lo affrontò in finale di un Masters 1000 e lo batté in rimonta con un gioco molto offensivo.
  16. Per questo motivo Djokovic eccelle in tutte le superfici. Ha vinto 3 volte il Roland Garros, 7 volte Wimbledon, è il miglior interprete dei campi in cemento di sempre. In pratica in una classifica ideale: è il miglior giocatore di cemento di sempre, il secondo migliore su erba dopo Federer, e il terzo su terra rossa dopo Nadal e Borg (ha vinto infatti molte volta Roma e Montecarlo).
  17. Djokovic è probabilmente il migliore di sempre nel coprire il campo in senso longitudinale, per cui corre veloce dalla linea di fondo alla rete, scivolando in avanti e in diagonale per recuperare i colpi corti degli avversari. Avendo un tocco eccellente è in grado di smorzare la palla e giocare contro volee e pallonetti molto precisi, anche in condizioni disperate, che ribaltano la situazione. L’unico che gli si avvicina è Nadal, che ha uguali capacità di coprire il campo e persino una volee migliore. Spesso Djokovic chiama l’avversario a rete per poi passarlo con il suo rovescio profondo e potente.
  18. Djokovic è fisicamente sempre a posto, non sgarra mai, conduce uno stile di vita sano influenzato anche da credenze di medicina alternativa che fanno sorridere. Giocatore alto e longilineo che grazie alla statura può giocare colpi in anticipo potenti e precisi da posizioni angolate (la rete è sempre difficile da passare), non ha un filo di grasso. Federer in genere lo sopravanzava di 8-10 chili e usava questa massa muscolare nel servizio e nel dritto, due colpi leggendari del maestro svizzero. Qui un esempio di drittoni potenti e precisi di Federer.
  19. Djokovic ha di conseguenza abilità atletiche sopra la norma, paragonabili a quelle di Nadal, Lendl, Federer, Agassi. Oltre a essere magro, ha un fisico adatto al tennis, con le gambe veloci, snodabili che gli conferiscono una incredibile flessibilità che gli permette di colpire la palla dalle tribune, in spaccata, con una coordinazione che non ha pari in questo sport. Di fatto è un atleta che potrebbe benissimo eccellere in almeno altre 10 discipline sportive.
  20. Djokovic ha un’estrema fiducia nelle sue capacità tennistiche e atletiche per cui è in grado di dominare i momenti più tesi e più caldi. Ha vinto importanti partite recuperando da match point contro o andando sotto due set, senza mai scomporsi, alzando gradualmente ritmo e precisione dei colpi quando gli avversari iniziano a calare o si sentono troppo sicuri.
  21. Infine è un giocatore di notevole esperienza. Fin da ragazzo è stato ad alti livelli, arrivando in fondo ai tornei più importanti. Nel 2007, a soli 20 anni, superò Federer in una finale di Masters 1000 per poi perdere contro di lui in finale agli US Open. Ha avuto un inizio di carriera simile a quello di Sampras, che vinse precoce uno slam e poi ricominciò a vincere tre anni dopo. Djokovic però aveva più concorrenza e spesso doveva incontrare, da numero tre del mondo, Federer in semifinale o Nadal in finale. Come ha cambiato servizio e approccio fisico, diventando meno clown in campo e trovando più concentrazione, ha iniziato a vincere anche negli slam contro Federer e Nadal, diventando il giocatore dominante del decennio 2011-2020. È un giocatore che ha giocato tantissimo, arrivando spesso in fondo e affrontando avversari di grande spessore, che hanno contribuito a migliorarlo.

Pur essendo ancora tra i migliori nel 2023, Djokovic predilige prepararsi per gli slam ormai. Non è al top fisicamente come lo era nel quinquennio 2011-2016 in cui ha vinto 11 slam fino agli infortuni, ma è maturato nei colpi, ha un tennis più vario, molto più offensivo, per cui è in grado di vincere partite con pochi scambi. Come è capitato nell’Australian Open 2023, che ha vinto concedendo pochissimo a tutti gli avversari (Foto di matt4395 da Pixabay).

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