Cose che succedono solo nei film americani, cliché irreali e assurdi
La cultura pop americana è ormai diventata dominante. Ci sono aspetti positivi e aspetti negativi, ma anche delle cose assurde che veramente fanno riflettere.
Un caso è quello delle cose che succedono nei film e nelle serie tv (un tempo si sarebbe detto “telefilm”) e che non sono assolutamente reali perché sono poco riproducibili nella vita quotidiana.
E non stiamo parlando di attacchi alieni o chissà che altro. Parliamo di vita quotidiana.
La cosa grave è che queste scene da film ormai si ritrovano anche nei film italiani, rendendo il tutto più assurdo e comico allo stesso tempo.
Cominciamo con la lista.
Chiudere la telefonata senza salutarsi
No, non succede nella realtà, ma nei film e nelle serie TV americane non si salutano al telefono, quando si chiude una chiamata.
La cosa incredibile è che nei vecchi film dove c’era solo la linea telefonica terrestre, chi riceveva la chiamata riconosceva la voce al volo. Invece era regola annunciarsi prima di iniziare la conversazione.
Con cellulari e smartphone la situazione non è cambiata, ma almeno ora sappiamo chi ci sta chiamando. Il non salutarsi dipende da motivi di sceneggiatura.
Le telefonate al cinema o in tv hanno sempre un’importanza legata alla trama, altrimenti non ci sarebbero. Per cui devono trasmettere una sensazione allo spettatore e il saluto finale spezza questa impressione. Almeno così la pensano a Hollywood.
Trovare sempre parcheggio
Nei film americani, ovunque si vada, c’è sempre un posto libero per il parcheggio. Un altro cliche è quello di parcheggiare a qualche metro di distanza, nonostante sia libero proprio nel punto di incontro. Qui vogliono far vedere la camminata verso l’altra persona, che magari si scioglie in un abbraccio. Avete presente il film Independence Day quando – nella scena finale – i familiari e il presidente vanno incontro a Will Smith e Jeff Goldblum. Ecco, anziché andargli incontro, fermano la Jeep una cinquantina di metri prima solo per farsela di corsa. Come autentici rincoglioniti.
La trama idiota o con idioti
Roger Ebert, il grande critico cinematografico americano, definiva idiota la trama basata su una mancata comunicazione che poteva essere evitata facendo la cosa più semplice di tutte… parlarne.
Non si tratta della classica commedia degli equivoci, in auge sin dal teatro greco-romano. Qui si parla proprio di quelle situazioni che peggiorano perché i personaggi coinvolti non ne parlano e fanno scelte da idioti.
Prendi la serie 24: sarebbe bastato dar retta all’agente Bauer. In “Mamma ho perso l’aereo” i genitori chiamano la polizia, non i parenti. Una zia in casa avrebbe risolto tutto, come fanno le famiglie normali.
Nelle commedie romantiche poi l’equivoco scatenante (“posso spiegarti”) viene sempre drammatizzato al punto che, invece di ascoltare, uno dei protagonisti va via e prende decisioni drastiche.
Ancora più assurdo Armaggedon: è molto più facile insegnare a degli astronauti a trivellare, anziché il contrario (preparare dei trivellatori per lo spazio, in una missione decisiva per l’umanità).
La ragazza nerd che diventa una modella
Le basta sciogliere i capelli e togliere gli occhiali per diventare una ragazza da copertina.
Ingrandimenti rivelatori
Nei procedural a volte i casi vengono risolti grazie a dei riflessi che si notano solo ingrandendo all’ennesima potenza un’immagine di una telecamera a circuito chiuso.
“Spiegati meglio”
Chi parla racconta sempre una storia anziché andare al punto. La necessità è di sceneggiatura e fa effetto, ma ovviamente questa situazione deve sempre scadere nel ridicolo.
I computer che parlano
Tipica trovata degli anni 90 quando nessuno possedeva davvero un computer che parlasse. E nemmeno ora se ne sente il bisogno.
Gli hacker super capaci
L’hackeraggio di siti e server di istituzioni richiede giorni, settimane. Tentativi su tentativi, che nella maggior parte dei casi vanno a vuoto. Ma non in tv o al cinema, dove la frase “sono dentro” arriva dopo cinque minuti.
Spegnere la TV se arriva qualcuno
Quando si viene interrotti difficilmente si smette di fare la cosa che stiamo facendo. Soprattutto se ci piace e l’interruzione è sgradita. Invece, nei film e nella tv americana, se arriva qualcuno la tv viene spenta, anziché abbassare semplicemente il volume.
Lasciare il cibo a metà
Succede sempre. Se arriva una notizia il personaggio lascia il cibo nel piatto e va via. E pazienza se ha fame e la notizia è tutt’altro che urgente. Vale anche per le bevande. A volte smette di mangiare per il semplice disappunto.
Parlare uno dopo l’altro, in sequenza
Nei telefilm soprattutto non ci si interrompe mai. Classico il caso della squadra di polizia i cui membri arrivano a una conclusione uno alla volta. E dicono cose in sequenza.
Lo scienziato rinnegato
Soprattutto nei disaster movies c’è sempre la figura dello scienziato rinnegato o screditato o troppo catastrofista che non viene mai ascoltato. La cosa assurda è che tocca a lui salvare il pianeta!
Scalare la marcia per accelerare
Un classico di inseguimenti e corse. Il nostro eroe scala la marcia per accelerare anziché fare l’esatto opposto.
I protagonisti sono di solito belli, ma non conta mai
I cast in genere hanno protagonisti molto avvenenti, ma l’aspetto fisico non conta mai quando invece è il motivo principale per cui si prova attrazione verso una persona.
Il cattivo e i suoi tirapiedi sono autentici idioti
La caratterizzazione del cattivo è – specie nei film d’azione – al limite del demenziale. Mentre in capolavori come Il Padrino vi è una cura ricercata nel fare in modo che un boss mafioso venga comunque amato dal pubblico (lo si mostra vulnerabile, rispettoso di un codice interno, dedito alla famiglia), nella maggior parte dei film il cattivo è una macchietta. E parlo anche di film importanti. Così abbiamo…
- Che il protagonista affronta i cattivi in ordine gerarchico, arrivando allo scontro con il capo alla fine (come in un videogame).
- Che i tirapiedi del capo siano autentici idioti che si fanno disarmare quando si avvicinano troppo al protagonista. Lo scopo di possedere un’arma da fuoco è proprio evitare questo.
- Per abbattere i sottoposti del capo basta un cazzotto.
- Ovviamente tutti si rialzano come se fosse nulla dopo aver perso i sensi per molto tempo, cosa assolutamente non possibile.
- La caccia dell’eroe al cattivo ha sempre gli stessi connotati: “per chi lavori?” è una tipica domanda che può fare a un tirapiedi in un night club affollato, dove le spogliarelliste, inquadrate dal basso, fanno la pole dance.
- Dopo che hanno fallito i sottoposti guidati dall’uomo di fiducia, questi se ne incarica personalmente (ci penso io, capo) e fallisce.
- Lo scontro finale con l’antagonista cattivo dura sempre molto.
- Il cattivo spiega anziché uccidere o mettere fuori combattimento il protagonista e viene sconfitto (i film l’agente 007 sono tutti così).
- Capita anche che il cattivo si faccia convincere dal protagonista a combattere come veri uomini, a mani nude (le armi sono state inventate proprio per evitarlo).
- Tutti sanno combattere: in serie TV come LOST si vedono dei medici prendere a pugni chiunque come se avessero seguito un corso di combattimento.
- Le munizioni non finiscono mai. Capolavori come HEAT – La sfida, fanno giustamente eccezione. Nella scena della rapina in banca seguita dall’enorme conflitto a fuoco in strada, i colpi di fucile e pistola sono intervallati dalla necessità di ricaricare le armi. L’eco degli spari e il silenzio che ne derivano rendono il tutto realistico.
- L’eroe o un comprimario viene sempre ferito alla spalla e può riprendersi come se nulla fosse. In realtà nella spalla corre l’arteria succlavia. Se una pallottola ti prende lì, il rischio di emorragia fatale è molto alto.