chitarra gibson les paul

Chi è il miglior chitarrista di tutti i tempi

Identificare il miglior chitarrista di sempre non è semplice:

  1. Che parametri identificare per fare una classifica?
  2. I gusti sono sempre gusti…
  3. La musica è cambiata nel tempo e la chitarra è meno dominante rispetto al passato.
  4. Non sempre l’abilità tecnica corrisponde alla “grandezza”, nell’arte vale più che in altri settori.
  5. Il mondo della musica anglosassone è culturalmente egemone.

Le classifiche che ogni tanto ricompaiono online hanno il pregio di far discutere, ricordare personalità del passato, e riflettere anche sullo stato della musica attuale. A volte sono compilate da esperti (cioè magari giornalisti musicali esperti nel mercato, ma che non sanno suonare lo strumento), oppure da fan, per cui ti ritrovi nelle prime posizioni i chitarristi di band molto popolari.

In più si ha la tendenza a riverire il passato, sia per un discorso di nostalgia, sia perché la chitarra ormai non ruba più la scena come una volta.

Il film “Ritorno al Futuro” rappresenta bene quanto la chitarra fosse sinonimo di rock e ribellione ancora alla fine degli anni ’80 e da lì a spingersi fino agli anni Novanta, l’ultimo decennio nella quale è stata davvero protagonista, ma già in secondo piano rispetto a voci come quelle di Eddie Vedder, Kurt Cobain (pure chitarrista)

I raffronti però non hanno molto senso, appare chiaro che oggi affermare “mi piace la musica dominata dalla chitarra” (cioè il rock derivato dal blues) significa “mi piace ascoltare musica del passato”. Ovviamente ci sono gruppi indie e rock che tuttora mettono al centro la chitarra, ma per un motivo o per l’altro vengono definiti epigoni delle grandi band del passato.

Succede ai Maneskin e succede ai Greta Van Fleet. Ma andiamo subito a vedere la classifica dei migliori chitarristi di sempre, per come essa appare nelle varie riviste online e cartacee.

Il super trio: Jimi Hendrix, Eric Clapton, Jimmy Page

Jimi Hendrix viene considerato da tutti il più grande e influente chitarrista di tutti i tempi. A dichiararlo tale sono riviste specializzate come Guitar World e Rolling Stone. Hendrix è stato fondamentale nel mettere al centro della scena la chitarra e darle un’espressività e un ruolo che prima non aveva.

Eric Clapton ha sempre goduto di enorme rispetto da parte dei colleghi e della stampa specializzata. Prototipo di chitarrista blues rock bianco, il contraltare di Hendrix, al pari dello stesso collega americano, ha fatto della chitarra lo strumento portante del rock classico, grazie alla partecipazione in gruppi seminali come Yardbirds e Cream. Soprannominato “Slow Hand” in modo ironico, Clapton è diventato anche autore e compositore di successo.

Jimmy Page ha una biografia simile a quella di Clapton all’inizio. Si tratta di un session man di lusso che cerca un posto stabile in una band, fino a trovare veramente il suo posto nei Led Zeppelin, un altro supergruppo come gli Yardbirds. Cioè una band formata da musicisti professionisti provenienti da altre band. Essendo un valido compositore, Page ha dato nuova linfa alla chitarra, consentendogli di spaziare dal folk rock all’hard rock, definendone i canoni che saranno usati per decenni. I potenti riff blues chitarristici, distorti, nei primi album dei Led Zeppelin sono un marchio di fabbrica fatto proprio dalla musica rock e dato per scontato.

Questi tre nomi in genere compaiono al top nelle classifiche, ma spesso insieme a questi che seguono…

Grandi chitarristi solisti

Jeff Beck viene sempre inserito nella classifica dei critici, ma meno considerato nei sondaggi popolari e questo perché non è stato un campione di vendite come Page e Clapton o iconico al punto giusto come Hendrix, che con Woodstock e poi la sua morte prematura, raggiunse subito lo status di leggenda.

Jeff Beck incidentalmente viene dalla stessa nidiata di Page e Clapton, gli Yardbirds… e viene considerato come rivoluzionario, per l’uso della distorsione, dando quel suono sporco e ruvido alla chitarra elettrica, copiato praticamente da tutti i suoi colleghi contemporanei.

Difficile trovare un chitarrista dal suono più riconoscibile di B.B. King, il leggendario blues-man americano, autore di tanti standard rock-blues. Un vero maestro venerabile, icona della chitarra (celebre la sua Lucy) che ha contribuito a rendere popolare fuori dall’America il blues, influenzando colleghi e gusto del pubblico.

Chuck Berry è il simbolo stesso del chitarrista che si esibisce sul palco. La sua Duck Walk, ripresa poi da Angus Young degli AC/DC, è parte integrante del mito della chitarra e del rock and roll. Ma soprattutto Berry è il prototipo del chitarrista e cantante rock scatenato, che sprizza energia e vitalità, al pari di Elvis Presley (che aveva soprattutto un talento enorme dal punto di vista vocale). È l’autore di standard del rock che hanno convinto molti ragazzi a imbracciare una chitarra e provarci (Johnny B. Goode su tutte).

Chitarristi leggendari di gruppi leggendari

È veramente difficile immaginare il suono dei Pink Floyd senza i grandi assoli di David Gilmour, il suo suono profondo e tagliente, ampio e capace di portarti altrove, vedi Shine On You Crazy Diamond e Comfortably Numb. Gilmour è un maestro non solo della pulizia del suono, in quanto produttore e compositore, ma anche dell’uso pionieristico di effetti sonori come l’eco, che ha influenzato chitarristi come The Edge degli U2. Il suono è distinguibile in ogni frangente, nonostante i Pink Floyd non siano mai stati un vero gruppo rock di impronta blues.

Pete Townshend degli The Who è un chitarrista e compositore, autore principale della band inglese, protagonista della scena rock inglese fin dalla seconda metà degli anni Sessanta e con un successo prolungato fino a metà degli anni Settanta. Il suono si contraddistingue per le potenti schitarrate (celebre anche il movimento a mulinello di Townshend, diventato anch’esso parte integrante della cultura pop, insieme alla distruzione dello strumento alla fine di un’esibizione live), riff corposi e penetranti, che scuotono l’ascoltatore.

Keith Richards ha dato ai Rolling Stones quella struttura fondamentale di accordi e riff che sono il pane quotidiano del rock. I suoi celebri riff accompagnati da un ritmica rutilante e precisa, hanno praticamente scritto un’epoca, diventando uno standard di imitazione per chiunque volesse comporre una canzone riconoscibile fin dalla prima nota. Il bello è che Richards è riuscito a creare questa magia in epoche diverse, come dimostrano gli attacchi leggendari di (I Can’t Get No) Satisfaction, Brown Sugar e Start Me Up.

Mark Knopfler è la stella polare del progetto musicale denominato Dire Straits. È proprio all’influenza di Richards che si deve la riconoscibilità di classici come Money For Nothing o Sultans Of Swing. Ma Knopfler ci mette del suo, con la sua pulizia sonora, la chitarra suonata con la tecnica del finger-picking, unendo tecnica e abilità compositiva, cosa non del tutto scontata. Knopfler è veloce, soprattutto nelle composizioni dei primi anni, ma è anche un chitarrista poetico e per nulla banale.

Brian May, come gli altri colleghi sopra citati, si contraddistingue per il bagaglio tecnico, la grande espressività che lo rende immediatamente riconoscibile, e la capacità di scrivere e produrre musica. I Queen hanno avuto la fortuna e il merito di essere un quartetto prolifico e dotato di talento, e sono anche l’archetipo di come si formavano le band sulla scia dei Beatles: con gente che sapeva scrivere, suonare e cantare.

Se hai notato, in questi nomi brillano chitarristi che hanno dei tratti in comune: sanno cantare, suonare e scrivere.

Townshend, May e Richards cantano pochi pezzi nella loro band, ma hanno una voce bella e riconoscibile, che altre band con cantanti meno dotati di Daltrey, Mercury e Jagger avrebbero sfruttato volentieri. Gilmour e Knopfler hanno sempre messo i loro assoli al servizio delle band e si capisce che sono bravi da quanto riescano a trattenersi. Non si impongono sulle canzoni, la loro predominanza viene dalla sapienza nell’uso dello strumento e – aggiungiamo – dalla produzione musicale nel complesso. Hanno cioè un talento nel mettere la chitarra al servizio del brano, che credo li renda migliori di altri. E questo favorisce per tutti quanti un dato che non potrà mai essere sovvertito: il successo presso il grande pubblico, per anni, che è veramente difficile da ottenere.

George Harrison dei Beatles corrisponde a questa descrizione, ma come Gilmour è anche un cantante di notevole spessore, per cui la sua voce viene sfruttata appena è possibile dai Beatles (cioè quando Lennon, McCartney e George Martin ritengono le sue canzoni all’altezza di una pubblicazione); rimane la chitarra solista il punto di riferimento di Harrison che conferisce ai Beatles quel tratto ribelle e da “suono della centrale elettrica” che semplicemente prima non esisteva. Harrison ha il merito di migliorarsi, di cercare di sperimentare e apprendere nuovi suoni e soprattutto negli ultimi anni, la sua chitarra diventa sintomatica del suono sempre più sporco e pesante della band, anche da ritmica. George è un pratico esempio di chitarrista al servizio della canzone, indispensabile considerando la qualità delle stesse. Come si nota in “Something” – composizione tra le migliori di sempre in assoluto nella storia della musica – dove non esita a tagliare un lungo assolo, pur di non rovinare la delicatezza della produzione. O in While My Guitar Gently Weeps, dove si accoda con semplicità alle note struggenti dell’amico Eric Clapton.

Angus Young degli AC/DC è un chitarrista solido dal suono inconfondibile, che non si presta molto ad assoli, ma preferisce conferire alla canzone, insieme al fratello Malcolm, una roboante martellata rock distorta e inarrestabile. Gli AC/DC hanno avuto un enorme successo, soprattutto quando hanno “scoperto” la formula che funzionava e che piace ancora ai fans. E Angus e Malcolm Young ci hanno messo davvero del loro.

Eddie Van Halen è l’opposto in questo senso. Maestro della tecnica e della distorsione, Eddie ha conosciuto un enorme successo di pubblico con la sua band negli anni ’80, influenzando notevolmente tutto un filone dell’hard rock americano, che si è spento solo con l’avvento del grunge.

Altri grandi chitarristi, influenti e storici

Qui un elenco di guitar hero che hanno fatto ugualmente la storia della musica:

  • Carlos Santana, la sua fusione di musica latina e rock lo ha portato ai vertici e il suono è non confondibile.
  • The Edge degli U2 ha fatto del delay e dell’eco il suo tratto distintivo, soprattutto negli album fino ad Achtung Baby!
  • Jack White del duo rock The White Stripes, ha tenuto in vita la chitarra per tutto il primo decennio del nuovo millennio.
  • Stevie Ray Vaughan, solitamente annoverato nelle top 10, è meno conosciuto al grande pubblico. Leggendario anche per la morte precoce.
  • Steve Hackett: basta ascoltare Firth of Fifth dei Genesis per capire.
  • Duane Allman: il riff di Layla è roba sua, nonostante suoni con Clapton.
  • Allen Collins (Free Bird…)
  • Joe Walsh e Don Felder degli Eagles.
  • Frank Zappa, eclettico e dirompente.
  • Peter Frampton con il suo inconfondibile talk box.
  • Tony Iommi.
  • Dimebag Darrell.
  • Jeff Hanneman.
  • Slash che ha tenuto in vita l’hard rock oltre la sua vita naturale.
  • Joe Bonamassa.
  • John Petrucci.

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